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I racconti di Roald Dahl sono perfetti meccanismi narrativi, piccole bombe che esplodono immancabilmente in finali sorprendenti e spiazzanti. Il punto di partenza è la normalità - incontri occasionali, piccole scommesse, gesti comuni - che proseguono per una decina di pagine attraverso ambienti, personaggi, situazioni in sé gustose, ma apparentemente scontate. Ed ecco, nell'ultima pagina, nell'ultima frase, spesso addirittura nell'ultima riga, il ribaltamento, l'irrisione, la beffa e soprattutto l'imprevisto: che puntualmente riesce a strappare al lettore una risata amara, crudele, ma proprio per questo liberatoria.